sabato 6 ottobre 2018

CHIESA, uno dei sintomi della tua malattia è il MASCHILISMO MISOGINO, che ha anestetizzato il sogno del Maestro!



L’evoluzione dell’universo nato dall’Amore sorgivo,  creatore di tutte le cose, visibili e invisibili, richiede, reclama, racconta l’uguaglianza nei diritti e doveri tra l’uomo e la donna (cfr Mt 10, 2-12). Un’uguaglianza che fugge il pericolo dell’omologazione o della subordinazione per rendere il percorso della comunità umana una sinfonia a due mani, in cui i tratti peculiari di ciascuno arricchiscano di equilibrio, sapienza, armonia il percorso di tutti a tutti i livelli. Siamo ancora molto lontani dal realizzare quest’equilibrio, dal valorizzare l’integrazione sana del maschile e del femminile. È questo vale tanto più nella chiesa, dove le donne spesso vengono viste e trattate come forza lavoro, come tappabuchi, come esecutrici e consigliere di un potere che resta sempre e comunque maschile. Ed è sotto gli occhi di tutti dove questo potere maschilista e patriarcale sta conducendo la comunità cristiana cattolica che priva di uno sguardo femminile è incapace di vedere e sognare nuove vie, di attingere al materno divino, di comprendere la potenza di nuove possibilità, di generare nuovi stili decisionali che tengano conto prima di ogni cosa del bene dei figli e non della preservazione del potere. 

Basta pensare alla realtà odierna, a mio avviso caduca e  malata, del seminario, dove  l’assenza della donna produce la difficoltà tutta clericale a vivere l’integrazione sana del maschile e del femminile presente in ogni umano, rafforzando sovente e inconsapevolmente comportamenti da  donnicciole pettegole e da eterni bambini, magari innamorati di una sottana nera, spesso incapaci di paternità e non di rado irrisolti e nell’identità affettiva e sessuale. 





Quando sono entrato in seminario intendevo la chiesa come Madre e Dio come padre. Oggi percepisco la realtà ecclesiale, governata dalla gerarchia maschile, come un padre testardo, invecchiato e logorato, misogino e ambiguo, timoroso di perdere privilegi e poteri e Dio, come una Madre tenera ad oltranza, come un Donna generativa che priva di ogni attaccamento al potere vorrebbe solo rendere i propri figli capaci di volare e di vivere quell’amore redentivo e creativo di cui sono immagine e somiglianza.