domenica 4 giugno 2017

Il potere di esprimersi. Libere riflessioni sulla Pentecoste.

"Nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi"(At,l 2,11).  Bellissimo verso. Uno di quelli che apre le porte, spalanca gli orizzonti e ti dona una boccata di ossigeno. Uno di quelli che può mettere in crisi con la sua forza il tentativo di omologazione e uniformità che spesso si cela dietro il richiamo (falso) all'unità, al camminare insieme, al non dividersi, proprio di movimenti e culture religiose, politiche, sociali.





Il punto è che lo Spirito opera nelle persone e nelle comunità donando  "potere di espressione", attraverso modalità diverse, creative, originali. 
Lungi dal rendere tutto uniforme, tutto uguale, ogni persona specchio dell'altra, lo Spirito del Risorto sembra evitare con forza la tentazione dell'unica lingua. Non mostra nostalgie di babeliana memoria, non chiede ai discepoli di pronunciare le stesse parole allo stesso modo, in una deriva narcisistica e autoreferenziale ma sembra piuttosto ridestare la libertà di essere se stessi, di cogliere il proprio modo unico e creativo per  celebrare la vita, di consacrare le differenze e le originalità. 
In tempi di omologazione coatta, mentre le menti sono  governate dal vuoto delle immagini filtrate e il mondo dalla dittatura di un consumo che mette al centro le tasche piuttosto che il cuore, dovremmo domandarci se stiamo esprimendo davvero noi stessi, quella parola unica e preziosa che abita il nostro cuore e di cui solo noi siamo portatori. Se non lo stiamo facendo è perché in realtà decidiamo, forse per consolidata abitudine alla schiavitú,  di camminare secondo la carne. 
La carne  è il trionfo della paura, quella che ti dice che non vali niente, che non c è posto per te in questo mondo e che se vuoi un po' di ossigeno per campare devi imparare a rubartelo a piccoli sorsi, succhiandolo in quelle riserve di facile accesso fatte dal consumare tutto e tutti, dal denigrare gli altri per potersi sentire qualcuno, dal fare di se stessi e di chi ami non un'avventura rischiosa e bella ma un gioco al massacro, a chi si prende di più per poi gettar via l'altro come un bicchiere di plastica usato. La carne ti dice domina, usa, vinci. E fallo con mezzucci sporchi. Solo così ti sentirai amato e riempirai quel vuoto che nasce dalla tua grande verità: non vali niente. E capite che quando uno, o peggio un sistema, la pensa così ...l'omologazione al pensiero più forte, al leader carismatico di turno, al totem tribale del momento....è cosa facile. 
Lo Spirito invece parte da un altro presupposto. Lo psicologo canadese Eric Berne lo chiamerebbe l'okkeiness: tu sei ok, io sono ok. Tu vai bene, sei prezioso, così come sei. Indipendentemente da ciò che gli altri diranno di te, dalle ferite che ti porti dentro e da quelle che questo mondo vuole infliggerti per il tuo essere semplicemente te stesso. Tu vai bene. Indipendentemente dalle cadute che certo avrai incontrato, dalle caratteristiche della tua fede e del tuo pensiero, dalle tendenze del tuo orientamento sessuale o politico,  dall'etnia e dalla cultura di cui fai parte. Tu vai bene. 
Sei una nota preziosa che lo Spirito suona nell'armonia delle diversità, nella danza primordiale di un'umanita riconciliata non a partire dal'unico pensiero ma dalla "convivialità delle differenze", come direbbe Tonino Bello.  
Sei portatore raro di un dono prezioso, di una lingua unica. E non preoccuparti di non essere capito: corri il rischio di essere chi sei e di scoprirlo ogni giorno arricchendoti attraverso l'incontro. 
Lasciati affferrare dal "potere dello Spirito" che libera l'espressione più autentica della tua vita dandoti la capacità di essere te stesso, senza frustrazioni inutili, senza sacrifici malsani. 
Lasciati afferrare dal suo vento, incontenibile, perfino da quelle istituzioni religiose o correnti spirituali che credono di possederlo con una garanzia illimitata nei secoli. 
Lascia che lo Spirito vibri nelle corde della tua anima e dona al mondo la tua nota meravigliosa. E non aver paura di essere incompreso e di quanti ti derideranno: in fondo chi ha lo Spirito non solo si esprime liberamente ma possiede la traduzione simultanea dell'amore. Quella che crea lingue nuove, consacrando le differenze, plasmando in  un'unica armonia le mille diversità, aprendo orizzonti di vita vera e libertà autentica.

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