lunedì 12 giugno 2017

Palcoscenico e danza, vita e uomini.

Ieri sono stato al saggio di danza di un'amica. Serata bella e leggera ma anche carica di passione e di emozione. Un palcoscenico sobrio che sembrava raccontare una discrezione gioiosa nel supportare i passi, i movimenti, le onde e le espressioni, i sorrisi e le tecniche di chi ha scelto questa forma d'arte, questa via del cielo che è la danza. Il palcoscenico mi è sembrato il grande protagonista: immenso, spazioso, solenne, ma nello stesso tempo mutevole di sfondi, di luci, di suoni. Capace di dare spazio alla maestria della singola ballerina come    al  goliardico battito di mani di un'intera compagnia. Un palcoscenico silenzioso, che ha permesso suoni e melodie diverse: tristi, gioiose, minime, forti, allegre e mistiche. 


 

Quel palcoscenico l'ho portato con me questa notte è prima di addormentarmi mi ha fatto pensare, come meditazione quotidiana, al palcoscenico quotidiano che è la nostra vita. Questa vita che ci ospita, ci accoglie, ci supporta in ogni respiro. Questa vita che sa essere solenne e graziosa ma anche dura e cupa...vita che non viene mai meno all'alleanza primordiale, al suo mandato divino: "Io sarò accoglienza, tu sarai la danza. Qualsiasi sia la musica, il ritmo, la scenografia e la luce. Tu non smettere, danza. Non stare ad aspettar fermo che da me venga qualcosa: non mi muovo. Io sono solo accoglienza. Certamente ti offrirò tutto ciò che ti serve, a volte sará amore, altre dolore. Più spesso....entrambi. Ma mai compirò un passo senza di te. Mai una tecnica senza di te. Mai un salto, una presa, un sorriso o una lacrima....senza di te. Il protagonista sei tu".  Credo che uno dei nostri problemi sia proprio la paura di danzare, il sederci aspettando che sia la vita a muovere i suoi passi, come se fossimo burattini passivi o peggio ancora spettatori di una messa in scena. Ma il palcoscenico non danza. Danzano i ballerini e le ballerine. E danzano sempre. Perché sono loro i protagonisti. Si, siamo noi i protagonisti della vita. Qualsiasi sia lo scenario che ci ha offerto, qualsiasi sia il tono della musica o la qualità delle luci solo a noi e alla nostra libertà è dato di danzare, rinunciando ad ogni tentazione di passività, carichi della resilienza imparata da tanti esercizi, spesso dolorosi,  desiderosi di non essere ai margini ma al centro delle nostre anime, della nostra storia. Pronti sempre ad andare in scena. Pronti sempre ad uscire, in punta di piedi, con leggerezza, per solcare nuovi palcoscenici profumati di primavera. Si, perché chi decide di danzare la vita può farlo in mezzo al gelo, con una scenografia invernale e una musica pesante ma sempre consapevole di avere, grazie alla sua scelta di danzare, il germe della  primavera custodito nel suo  cuore. 

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