sabato 17 giugno 2017

Pane e sorriso....libere riflessioni su Gv 6, 51-58

Si propone come "pane vivo", un alimento semplice, un nutrimento sicuro ed essenziale. Non qualcosa di statico, fatto da materia morta e trasformata chimicamente. Il suo pane è vivo: dinamico, cangiante, creativo, portatore di energie nuove di vita, donatore instancabile di nuove forze necessarie al cammino umano, che con la sua bellezza e il suo travaglio facilmente nasconde insidie di morte che richiedono un magis, un di più di vita. Ecco perché pane, ecco perché vivo. Una novità assoluta. Non si tratta di una divinità che richiede alimenti e doni dagli uomini, non c'é un olimpico dio che chiede sacrificio di vite umane, di carni o di chissà cos'altro. 

 

Qui vi è il volto di un Amore creatore, che crea ogni giorno, facendosi pane, rendendosi presente, non cessando mai di donare energie di vita e di amore, di generare spazi fantasiosi di carità e di speranza, con lo scopo genuinamente divino di rendere la terra e i cuori degli uomini più abitabili, più accoglienti, più disponibili ad essere felici. Qui, nel tempo presente e da qui...per sempre. Un pane di vita eterna: una vita talmente bella e indistruttibile per la quale la morte stessa diviene semplicemente l'apertura di una porta su un inimmaginabile mondo di amore. Insomma qui non c'è sacrificio chiesto a nessun uomo. Dio si mostra come pane, preferisce la debolezza della carne, rinunciando apparentemente a quell'onnipotenza che, appresa dai poteri umani ingiusti e feriti, ha per noi il sapore del giudizio implacabile e della condanna certa. Dio si fa debole per invitarci a cambiare l'idea che ci siamo fatti di lui. Attenzione: puoi passare una vita intera a credere con i tuoi sacrifici, penitenze e devozioni di servire lui ma a nulla servirà tutto questo se non impari dal suo essere pane, dal suo farsi debole, se non capisci che é lui che vuole servire te, sacrificarsi a te donandoti amore incondizionato. Perché? Perché il tuo sorriso libero è la sua gioia. 

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