sabato 6 maggio 2017

Condotti fuori da recinto. Per accogliere e donare vita. Libere riflessioni su Gv 10, 1-10

"Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza". Uno scopo preciso. Una dichiarazione di intenti. Un obiettivo concreto. Generare, donare, creare vita. Non una vita a morsi, rubacchiata qua e là attraverso qualche esperienza sbalorditiva o una mistica pratica ascetica. La vita che vuole donarci il Maestro è una vita abbondante, piena, libera, potente. Una vita che non va conquistata ma accolta, se possibile con tutte e due le mani, tanto grande è la sua abbondanza. 

Gesù di Nazareth stupendoci continuamente, oltre a mostrare una grande fiducia nel progetto di amore del Padre, manifesta una fede immensa nella capacità dell'uomo di accogliere la vita, di entrare in una logica di abbondanza, dove ciò che possiedi è talmente tanto che non puoi permetterti il lusso di non condividerlo. Il dono di una vita abbondante spinge inevitabilmente colui che lo riceve a donare a sua volta vita a chi lo circonda, come un bicchiere straripante d'acqua,  che non può con le sue gocce non bagnare tavolo e tovaglia. Così la logica del Maestro laddove viene accolta, attraverso un circolo di vita continuo e gratuito, costruisce pian piano, in una storia spesso fatta di "ladri che rubano, uccidono, distruggono", un regno di solidarietà e di amore, di giustizia e di pace: il Regno di Dio. In questo regno il pastore è uno solo: colui che dona la vita, restando fedele al messaggio di amore del Padre, testimoniando un disegno creatore che mette al centro il servizio e non il potere, la mitezza e non la violenza, l'accoglienza delle fragilità e non il giudizio ipocrita. 






La voce del Pastore errante risuona nel cuore di coloro che decidono di seguirlo: stranamente non li pone in luoghi sicuri, in recinti protetti o spazi sacri. Ma li conduce fuori, laddove la vita nasce, cresce, fruttifica, non di rado tra fatica e difficoltà.

Il Pastore conduce fuori i suoi per nutrirli e per nutrire, per amarli e insegnar loro ad amare tutti. Senza distinzione. Perché tutti hanno bisogno di amore e di vita. Tutti hanno bisogno di un pascolo di vita fresca e di una carezza dolce da ricevere e donare. 

Diffidate di tutti coloro che in nome di un Dio dai tratti poco evangelici, spesso per brama di potere o peggio per proprie derive nevrotiche,  chiedono soltanto rinunce e mortificazioni, atteggiamenti rigidi e pietistiche ipocrisie: la voce del Pastore ha il suono di una cascata d'acqua fresca, di un filo di erba verde, di una storia d'amore che genera vita.

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