lunedì 10 aprile 2017

Caro Adriano!

Caro Adriano,

Ieri per telefono mi hai raccontato la tua prima confessione, il momento nel quale, per la prima volta, hai vissuto la difficoltà a dire e pensare il male che avevi commesso, la preoccupazione di non sapere bene l'atto di dolore che ti avevano chiesto di imparare, la paura giocosa di chi teme di essere giudicato per un terribile "porca Eva" pronunciato dalla tua bocca di bambino. 
Vedi, il peccato è una cosa seria, molto seria. E non è una semplice e banale multa nella quale incappiamo per aver messo l'auto in doppia fila. Il peccato non è il dire di no ad un comandamento, ad una legge o prescrizione umana. 
Il peccato è dire no all'amore. È decidere, consapevolmente, di non amare. Pecchi quando scegli di non amare te stesso, di non custodire la tua vita, come ad esempio quando fai un uso sbagliato di alcol o fumo, o quando non decidi di lavorare sul tuo cuore per sentirti meglio in un periodo buio. Peccato è quando scegli di non amare gli altri: chiudendo loro il tuo cuore, non aiutando chi è in difficoltà, pensando unicamente a te stesso, non lottando per un mondo migliore. Insomma quando devi domandarti che peccato hai fatto, domandati: quando non ho amato? 
 A proposito, dimenticavo Dio. Ch buffo.  Ma non era quello che dovevamo amare per primo? Si. Esattamente. Ma il punto è che se ami te stesso e ami gli altri hai amato perfettamente anche Dio. Lui infatti non abita oltre le nuvole ma nel tuo cuore, nel cuore di chi ti è accanto, nel cuore dei poveri e dei sofferenti, nel cuore del creato, in un pezzo di pane, l'Eucarestia, che diventa presenza di condivisione e semplicità di dono autentico. Guarda che trucco ha inventato: per farci amare gli uni gli altri, per farci amare questo mondo, si è nascosto dentro ognuno di noi e in un pezzo di pane. Abita in ognuno di noi, abita il mondo anche se nello stesso tempo è più grande di noi e del mondo. Abita nel pane affinché anche noi diventiamo pane, gente che condivide vita, tempo, cuore. Nella sua fantasia di amore ha scelto così. 
 

Vedrai che tenendo a mente tutto questo modo sarà più facile confessarti e forse anche più serio. Ma dimenticavo una cosa importante: questo Dio di immenso amore, questo Padre buono di cui Gesù ci ha parlato con la sua vita, non è un giudice spietato e non manda mai castighi e punizioni per i peccati commessi ma sempre ci rende la mano per tirarci su dal pozzo profondo del non amore e insegnarci ad amare. E se anche qualche prete o catechista ti fa imparare l'antico  atto di dolore, tu da ometto coraggioso, rifiuta quella fatidica frase "ho meritato i tuoi castighi". È la bestemmia più grande per un Padre tenero e buono come Dio. Lui non ti castigherà mai. Ricordalo. Ma sempre sarà dalla tua parte per insegnarti ad amare. Perché solo nell'amore c'è il segreto della vita eterna, forte, indistruttibile. Quella che non termina mai, neanche con la morte.
 Buona Pasqua caro Adriano!

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