mercoledì 19 aprile 2017

Una tavola per due


Ieri, io e un amico, mangiavamo un piatto di riso e chiedendogli della trascorsa giornata di Pasquetta mi dice: a casa, senza figli, anche il più piccolo era uscito, una bellissima giornata, tavola imbandita per due e ottimo pranzo. Tutto questo me lo ha raccontato con gli occhi lucidi ma impegnati con sforzo a trattenere una debolezza che non si consente un uomo di una certa età. Il fatto è che a quella tavola pasquale apparecchiata per due vi era solo lui. La moglie ha terminato il suo percorso su questa terra da ormai più di due anni. Mi ha estremamente colpito questa attenzione delicata, questo desiderio infantilmente adulto di voler mantenere un legame, una comunione di vita anche quando la presenza dell'altro appartiene al mondo della fede, dell'invisibile, dell'immaginazione, dell'intuizione. 
 
 
"L'assenza è presenza", afferma Sorrentino nella sua serie di successo, e lo è tanto più quando si tratta dell'assenza dell'amato, dell'amata. Chi ama vive in un eterno presente dove ciò e chi è assente ritorna in mille modi, impossibile da eliminare, da cancellare. E non si tratta semplicemente di romantici ricordi ma di una presenza viva e misteriosa dentro il proprio cuore e all'interno della propria mente. Una presenza fatta di una memoria che non si accontenta di ricordare ma che proietta il proprio desiderio in ogni istante della vita, narrando una dimensione sconosciuta, al di là del tempo e dello spazio, della logica e della razionalità. La dimensione dell'amore...una dimensione  psichica e spirituale, trascendente e irrazionale attraversata da un'unica logica forte e potente: l'amato non muore ma muore chi non ama. 

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